Abstract

Il saggio prende in esame alcuni procedimenti retorico-stilistici della prosa breve del Nietzsche ‘illuminista’. Nella prima parte si dimostra che la poetica della forma breve ben corrisponde al rifiuto nietzscheano della scrittura sistematica: anzitutto perché è funzionale alle sue tesi sulla costitutiva ambiguità del linguaggio e al suo prospettivismo gnoseologico; in secondo luogo, perché la nonfinitezza della scrittura saggistico-aforistica stimola il lettore a «ruminare » sui testi, coinvolgendolo così in un’infinita operazione ermeneutica. La seconda parte del contributo indaga alcune concrete strategie retoriche con cui si realizza tale ‘seduzione’ del lettore, in particolar modo le ellissi linguistiche, la struttura a ‘enigma’, le allusioni e le citazioni distorte. Infine, il testo si sofferma su alcune tipologie di titoli, tanto più interessanti in quanto Nietzsche è stato il primo autore a titolare sistematicamente i propri aforismi