Monetary Unions and Free Riders: the Case of the Latin Monetary Union (1865-78)
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Abstract
Questo saggio studia i rapporti intercorsi tra i componenti dell'Unione Monetaria Latina (UML, 1865-1926) durante il periodo iniziale di unione. Si dimostra come l'UML non sia riuscita ad espandersi in Europa perché originariamente sprovvista di un insieme completo e coerente di regole. I componenti più deboli dell'Unione potevano così sfruttare le insufficienze del trattato. Le condizioni finanziarie critiche dell'Italia, della Grecia e dello Stato Pontificio determinarono varie forme di creazione monetaria eccessiva. L'incompletezza delle definizioni di moneta adottate dall'Unione permise all'Italia ampie emissioni di cartamoneta. La difficoltà di monitorare gli stati periferici si rivelò sia con le frodi dello Stato Pontificio (la massiccia emissione abusiva di monete d'argento deprezzate, collocate poi in Francia), che con l'incompetenza della Grecia nel gestire i suoi agenti. Le fortune declinanti del bimetallismo e la caduta del prezzo dell'argento crearono poi le condizioni di instabilità finanziaria propizie affinché la speculazione internazionale si inserisse nel processo e ne amplificasse l'impatto. I paesi economicamente più forti dell'Unione (Francia e Svizzera), vittime di questi abusi, poterono frenare queste pratiche solamente assumendo il controllo completo della creazione monetaria dei nuovi membri dell'Unione (Grecia) e adottando un atteggiamento più aggressivo dopo il 1870. Questo assunse la forma dell'espulsione dei "free riders" (per lo Stato Pontificio) e di un irrigidimento delle regole dell'Unione, imposto con la minaccia di sanzioni finanziarie (nei confronti dell'Italia e del Belgio). Ovviamente questo atteggiamento non poteva che precludere qualsiasi allargamento della cooperazione monetaria, e impedì nuove adesioni all'UML, al fine di evitare le difficoltà di monitoraggio di troppi paesi periferici da parte del centro (la Francia). Il campo di applicazione dell'Unione stessa fu poi ristretto progressivamente fino alla totale estinzione dell'UML nel 1926.