Learning Inflection: The Importance of Starting Big
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Abstract
Perchè i sistemi verbali morfologicamente più "ricchi" vengono appresi da un bambino con maggiore facilità di sistemi più "poveri", caratterizzati da maggiore suppletivismo e da un minor numero di marcatori flessionali? Studi recenti condotti nel quadro della Morfologia Naturale (Bittner et al. 2003) hanno evidenziato il ruolo centrale svolto in questo apparente paradosso dal "contrasto morfologico" e dalla relazione biunivoca tra forma e contenuto all'interno del paradigma flessionale. Il presente lavoro illustra da questo punto di vista il comportamento di un modello originale di reti neurali artificiali auto-organizzanti con architettura "a cascata" e apprendimento asincrono, addestrato su forme verbali codificate fonologicamente. Il modello addestrato è in grado di memorizzare sia configurazioni morfologiche astratte, corrispondenti alle terminazioni flessionali di forme verbali regolari e irregolari, sia forme flesse piene, in funzione della loro frequenza per tipo e per unità nel corpus di addestramento. Il comportamento del modello è valutato su due differenti corpora di addestramento, italiano e inglese, entrambi campionati dal database CHILDES. L'analisi della topologia delle informazioni memorizzate dal modello addestrato consente di trarre alcune conclusioni generali sull'interazione tra processi di acquisizione di sequenze fonotattiche e principi di acquisizione paradigmatica. Le implicazioni teoriche dei risultati vengono inoltre discusse alla luce del tradizionale dibattito tra modelli "a meccanismo singolo" e "a meccanismo doppio" di acquisizione morfologica.