The Contribution of Music to Slovenian National Awakening. The Role of Reading Rooms between Trieste, Ljubljana and Maribor (1848-1872)
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Abstract
L'anno europeo 1848, segnando una divisione simbolica tra il cosmopolitismo e il nazionalismo, conferì anche un significato speciale allo sviluppo della musica slovena. In quest'anno venne alla luce il programma politico della Slovenia Unita ("Zedinjena Slovenija") e sorsero le prime società e sale di lettura ("citalnice"), da Trieste e Gorizia a Ljubljana ed altri luoghi, e, per finire, da Graz a Vienna. Il loro scopo era quello di organizzare speciali rappresentazioni, le cosiddette "bésede", e riunioni politiche, culturali e sociali, al fine di rendere gli Sloveni (che erano già emersi come gruppo etnico in età antica e nel Medioevo) consapevoli della loro appartenenza ad una comunità nazionale. La musica, associata alla parola, ebbe un importante ruolo in questo processo, inizialmente soprattutto in forma di canti di incoraggiamento nazionale. In circostanze politiche migliori, dopo il 1861, una nuova ondata di sale di lettura fu fondata in territorio etnico sloveno (c'e n'erano circa 60 alla fine degli anni '60 dell'800). L'importanza della musica come arte nelle loro bésede stava crescendo, tanto che esse erano realmente all'inizio di attività concertistiche. Nella fase successiva, cioè dal 1872 (l'anno della fondazione del Centro Musicale - "Glasbena Matica" di Ljubljana) alla prima guerra mondiale, lo sviluppo raggiunto rese possibile l'istituzionalizzazione della musica di identità slovena (opera slovena, filarmonica slovena) ed una rieuropeizzazione della creatività musicale alla fine del XIX e all'inizio del XX secolo, in questo periodo consapevolmente cresciuta su radici slovene.