Die italienische Gesangslehre und ihre deutsche Rezeption im 17. und 18. Jahrhundert
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Abstract
A partire dall'inizio del XVII secolo la teoria del canto in Germania ricevette importanti suggerimenti dall'Italia. Dapprima furono testimonianze scritte, come la prefazione a "Le nuove musiche" di Caccini, a promuovere la recezione tedesca dell'arte del canto italiana, successivamente, dalla fine del XVII secolo, giunsero in Germania sempre più frequentemente anche cantanti italiani a fissare il modello dell'arte del canto. Dalla situazione di concorrenza, nella quale i cantanti tedeschi si vennero a trovare ad opera dei colleghi italiani, sorse l'aspirazione ad una teoria tedesca del canto che contribuisse ad innalzare il livello del canto tedesco. Con la sua "Anleitung der Singkunst", traduzione commentata del celebre trattato di Pier Francesco Tosi, il musicista di corte berlinese Johann Friedrich Agricola cercò di venire incontro a questa aspirazione. Il commento e le aggiunte, tramite i quali il libro di Agricola raggiunge dimensioni doppie rispetto all'originale di Tosi, mostrano chiaramente quanto diverso fosse il contesto culturale nel quale operava Agricola da quello dal quale muoveva Tosi. In vari punti il traduttore è costretto a contraddire apertamente l'autore italiano. Per esempio, a proposito del concetto di "strascino", appaiono seri problemi di comprensione e di comunicazione del significato originario. Problemi che non restano limitati al libro di Agricola, ma appaiono anche, in non minore misura, in trattati posteriori, come l'"Anweisung zum musikalisch-zierlichen Gesange" di Johann Adam Hiller.