Les genres grecs dans la théorie musicale de la Renaissance en langue vernaculaire: l'exemple de l'espagnol
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Abstract
La teorizzazione della musica nelle lingue vernacolari si produce alla fine del Medioevo e poi durante il Rinascimento a favore delle idee e delle tecniche che questi periodi veicolano. Il latino, lingua matrice e motrice, e poi, senza dubbio, le tradizioni locali, hanno generato, notoriamente nelle lingue neolatine, una terminologia congiunta e differenziale che produce gli ancoraggi e le prime evoluzioni delle lingue teoriche musicali. A partire dalla lingua comune, il latino, la presente comunicazione propone un primo approccio ai differenti livelli di percezione e di applicazione dei generi musicali - diatonico, cromatico, enarmonico - in una lingua, lo spagnolo, ricca in teoria musicale a partire dal 1410. Dall'assenza di questa terminologia nei manuali elementari di canto piano o presso i praticanti degli strumenti a corde pizzicate alla sua reinterpretazione durante tutto il secolo, si rimarcano presso i teorici, nel "corpus" sinora studiato, due assi differenti: la conciliazione tra risorgenza dei generi e grammatica solmistica e il superamento di questo dato del Medioevo per la considerazione dello strumento nuovo che l'ottava rappresenta.