La spada e lo scudo: le scritture degli esuli risorgimentali
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Abstract
Il saggio analizza le scritture degli esuli italiani (lettere, dichiarazioni testimoniali, memoÂrie e produzione creativa), utili per ricostruirne l'esperienza individuale e il rapporto con la società in cui si calarono: scrivere per non abbandonare il proprio passato e contemporaneamente per governare il mutamento in cui si è proiettati. Gli esuli e le loro scritture vengono considerati come possibili corpi catalitici (per rimandare alla definizione di Gramsci) inseriti nel processo di trasformazione, culturale e non solo, dell'Italia risorgimentale. Dopo aver presentato un quadro generale di tali scritture, con l'indicazione di tre piste di ricerca; la formulazione di un canone eroico dell'esule-martire; la produzione saggistica patriottica; la produzione di tattica e strategia militare; vengono affrontati i casi di Pietro Giannone (L'esule, 1821), Giovanni Ruffini (Lorenzo Benoni e Il dottor Antonio, anni Trenta); e Luigi Mercantini (Canti dall'esilio, 1848), emblematici delle diverse tappe del processo risorgimentale.